Postato il: 31-08-2009 @ 01:35 pm -- letta 1552 volte
Solleva il capo dal guanciale di verbena,
o danzatrice che scolpisce i suoi passi
negli orti accesi di lucciole
al suono de l'arpa che la notte tocca
con mani adorne di stelle.
Taci, e veglia il mio breve sonno:
già sale per le colonne, a fili azzurri,
la seta della mirra che brucia.
Se L'Errante verrà a la porta di smeraldo,
dagli asilo ne la cella ove, una sera di neve,
il pellegrino malato incise col cilicio
una strana leggenda di umiltà.
Quando sui pini, come un gelsomino,
la stella mattutina accennerà l'addio,
danza sui fiori de sonno, e l'alba si sveglierà
a la musica dei tuoi piedini di giglio.
Commento: Ermetismo, romanticismo e sentimentalismo è ciò che trovo in questa poesia del Quasimodo caratterizzata da un velo di tristezza.
Non la ritengo una delle sue migliori..vabbè...ma è pur sempre bella!