Postato il: 23-01-2006 @ 03:14 pm -- letta 3203 volte
Nel 2001 mia madre cominciò a manifestare i primi sintomi
del morbo di Alzheimer che nel giro di 2 anni ce la portò
via. Quasi per inconscia reazione, ho iniziato in quel periodo,
all'età di 53 anni, a scrivere poesie, io che non mi ero mai
sognato di farlo, rivivendo memorie d'infanzia e della vita
della nostra famiglia.
Correvo, non appena pronte, a leggerle a mia madre.
Ne era felice, e tutte le volte era un'emozione diversa.
Da allora la poesia è rimasta una naturale espressione
delle mie emozioni.
Quella che segue è la prima di tre poesie dedicate a mia madre.
(Testo in sardo. Traduzione in calce)
MAISTU ALZHEIMER
Maistu Alzheimer, cand'est chi ti firmas?
Naramiddu it'est chi ciccas ancora?
Su lettu de mamma giai ti ddu bantas,
e immou tocca, de tind'andai est ora.
E in bon'ora lassadda a mamma mia,
chen'e furai sentiru e sentimentu,
e su prexei de m'essi in cumpangia,
candu cun sa ghitarra sonu e cantu.
Cantu "Ninna nanna" a mamma pippia
cun sa passioni 'e un'artista in su palcu,
chi tengat milla a ascurtai s'anninnia,
sa cara infusta de lagrima in sulcu.
Abellu abellu, cun delicadesa,
su sonu'e ghitarra e sa boxi mia,
no ant'essi forcis una grandu cosa,
ma in cussu apposentu parint magia.
Est s'armonia de sa musica sarda,
nascit attesu e si crescit aintru,
tocchendi s'anima tendia che corda,
che disigiu 'e paxi a fattu 'e 'nu certu.
S'espressioni tua, cussu sorrisu
chi, smittiu 'e cantai, m'as dedicau,
de milla battimanus tenit su pesu,
cun is fueddus tuus "Fillu miu istimau"!
Carlo, 25.10.2002
MASTRO ALZHEIMER
Mastro Alzheimer, quand'è che ti fermi?
Dimmi, cosa cerchi ancora?
Puoi già vantarti del letto di mamma,
ed ora forza, è ora che te ne vada.
Ed in buon'ora lasciala mia madre,
senza rubare capacità e sentimento,
ed il piacere di essere in mia compagnia,
quando con la chitarra suono e canto.
Canto "Ninna nanna" a mamma bambina,
con la passione di un artista sul palco,
che abbia mille ad ascoltare la nenia,
il viso solcato da una lacrima.
Piano piano, con delicatezza,
il suono della chitarra e la mia voce,
non saranno forse una grande cosa,
ma in quella stanza sembrano una magia.
E' l'armonia della musica sarda,
nasce lontano e ci cresce dentro,
toccando l'anima tesa come una corda,
come il desiderio di pace dopo un litigio.
L'espressione tua, quel sorriso
che, finito di cantare, mi hai dedicato,
ha il peso di mille applausi,
con le tue parole "Figlio mio adorato"!
Commento: Caro amico,
se tu potessi vedere il lucicchio dei miei occhi e l'emozione che questa poesia ha suscitato in me, ti assicuro che qualsiasi commento è superfluo.
Bravo davvero.
Anna
Commento: Cara Anna, le vedo, e sono le stesse che hanno accompagnato la nascita di questi versi e che, non mi vergogno a dirlo, mi capita di versare qualche volta nel rileggere ed inevitabilmente rivivere eventi ed emozioni. Ti ringrazio di aver voluto sottoscrivere questa poesia che, per la durezza dei fatti raccontati, pochi hanno il coraggio di commentare. Carlo
Commento: Capisco il tuo cpmmento, ora, alla mia poesia.Hai vissuto la mia stessa esperienza.Che io ancora vivo.Tu..descrivei le cose e le fai vivere attraverso i versi.Sei..unico
Anna
Commento: Cara Annuccia, ognuna delle poesie dedicate a mia madre è un flash, una fotografia di sentimenti e situazioni. Quando le rileggo rivivo quegli eventi in maniera ben più profonda di un replay fotografico. Non è un rileggere versi, ma un rivedere quei fatti che della poesia sono il presupposto creativo.
Ora capisci perchè mi ha colpito trovarti, ed apprendere dalla tua poesia vera di una esperienza analoga, dura e impietosa, ma che forse proprio per questo richiama la completa attenzione degli attori con tutte le loro capacità, poesia compresa.
Ti ringrazio e ti abbraccio.
Carlo