Postato il: 12-08-2007 @ 05:12 pm -- letto 3017 volte
Ogni tanto ci provo a fissare alcuni dei pensieri, che passeggiano in libertà che affollano senza riguardo la mia caotica mente, facendo a spintoni per avere la precedenza sugli altri. Se ciò non fosse abbastanza ci pensano i sogni sconclusionati, faticosi, incomprensibili a darmi il colpo di grazia….e poi rifletto in mute dissertazioni che mi lasciano spossata… perché senza il buon Marzullo mi faccio una marea di domande, ma non so darmi delle risposte.
Oggi è una giornata bellissima, chiara, pulita, un magniifico cielo turchese lascia spaziare lo sguardo verso un orizzonte quasi perfetto…. A tratti si vedono le cime delle montagne che nascondono, solo perché lo so, il magico Lago di Carezza.
Il mio sguardo vaga oltre il visibile, il suono stonato delle campane, di una delle tante chiese della zona, comandate da un congegno elettrico, mi fa pensare ad altri momenti, altri cieli, altri suoni…. Quando i Giuochi di Ruolo non appartenevano alla finzione virtuale, ma alla realtà spesso povera oltre che comune di tutti i giorni, ma armonicamente naturale, legata alla natura, al lavoro, alla fatica ma anche alla gioia di avere partecipato ad ottenere i frutti della terra… Questo ho imparato nei primi anni di formazione alla vita mentre giocavo a ridosso dei sampietrini, fuori della porta di casa di mia nonna. Se ci ripenso sento la stessa aria, le stesse sensazioni di allora quando cercavo di capire qualcosa di difficile, come il senso dell’infinito…. proprio come fanno i bambini per cui tutto è più semplice, senza tante infrastrutture.
Sono sempre stata un’osservatrice, per di più molto, molto curiosa, e le domande me le facevo già da allora, quando ero capace di accettare risposte semplici ed immediate, e mi chiedevo perché la natura o Dio avessero deciso di inventarsi tante forme così diverse, ma così armoniche e divertenti per tutto ciò che rappresentava la nutrizione umana…. Come gli era venuto in mente di spargere tante stelle nel cielo; perché aveva pensato alla soffusa luce della Luna per ammorbidire le notti….. come mai le persone cercavano di farsi venire delle idee per ben usare i prodotti della terra…. e le galline che con la loro speciale produzione di uova, erano il naturale negozio vicino casa… e le rondini che tornavano sempre a primavera, ripercorrendo una strada segnata nel loro sconosciuto pensiero.
Volevo capire qualcosa di più, ma volevo farlo per conto mio con le mie esperienze dirette per dove era possibile.
Mia nonna, saggia donna di altri tempi,che mi insegnava la libertà nel rispetto degli altri, mi dava poche regole che comunque andavano seguite se volevo guadagnarmi la sua fiducia, ma mi lasciava spazio per i miei esperimenti che, malgrado tutto,avvenivano sotto il suo sguardo vigile ed attento senza che io sentissi il peso del controllo.
Così la casa della nonna, quell’insieme di scatole sovrapposte, costruita in tufo, quasi a ridosso di una preziosa chiesa del 1500, ha rappresentato per me un vero atelier formativo di arte e di pensiero, oggi non so più a chi appartenga, venduta da mia zia per realizzare una lievitazione del suo, già mediamente pingue libretto a risparmio, che, in ogni caso, non farà poi parte dei suoi bagagli, quando lascerà questo pianeta per altre sconosciute destinazioni… ma noi umani pensanti, siamo fatti così… spesso presi dal possesso materiale non riusciamo a vedere il senso dello spirituale animistico. Eppure nella mia memoria la casa è ancora presente con tutte le sue energie ed i suoi significati che nessuno potrà mai togliermi.
Fu in uno di quei, ormai molto lontani, e pigri pomeriggi estivi, mentre le cicale ripetevano il loro ossessivo messaggio alla calura di luglio, nella piacevole solitudine del mio gioco, vissuto con grande gioia, nel mio assoluto privato…. Che, senza saperlo e senza premeditazione mi trovai ad interpretare il ruolo del dio delle formiche e con mio grande dolore ed impotente disagio incontrai il senso della morte.
Me ne stavo sdraiata, scrutando faccia a terra, le formiche che a dispetto delle loro dimensioni si muovevano a grande velocità, in un apparente andare senza meta e senza senso, il che mi fece pensare all’andirivieni della gente in movimento di cui spesso non capivo il fine. Espressi il mio pensiero a voce alta e mia nonna mi esortò a non farmi idee sbagliate per non esprimere giudizi sbagliati- guarda bene- mi disse - e scoprirai che anche loro hanno le loro motivazioni-
Io non lo sapevo, come non lo sapeva lei, donna semplice e rurale, ma stavo avendo la mia prima lezione di etologia, poiché cercavo di scoprire il comportamento di una tipologia animale. Guardando con attenzione scoprii che esse si cimentavano ciascuna ad un proprio specifico impegno e poi finivano per incontrarsi verso un minuscolo tratturo che appariva di loro conoscenza…allora cominciai ad interagire mettendo sui loro spazi aperti qualche ostacolo imprevisto che esse subito saggiavano e superavano oppure aggiravano con criterio, così cominciai a creare dei piccoli laghetti, delle montagne di ciottoli, ed alla fine, al superamento degli ostacoli, mettevo una mollichina come premio, spesso troppo grossa per una sola formica, che si fermava, girava un po’ su se stessa, stropicciava le piccole antenne e dopo un po’ arrivavano i rinforzi per portare a casa una grossa vettovaglia inaspettata.
Rimasi delle ore a giocare sotto gli occhi della nonna che con più aghi da lana infilati nella crocchia li alternava ed aggiungeva al suo lavoro mentre preparava i miei guanti per l’inverno futuro. Ero talmente immersa nel mio temporaneo mondo di cui ero per alcuni versi l’artefice, che avevo dimenticato tutto il resto….poi…
All’improvviso qualcosa occupò il mio spazio visivo cadendo sul mio reame, causando un fuggi, fuggi di formiche, senza che alcuna ne restasse colpita… un passerotto era piombato giù dall’alto di un tetto ed io lo raccolsi, ma aveva le zampette lunghe ed immobili anche se era ancora caldo… era privo del suo spirito vitale.
Avevo visto tanti insetti morti, ma non ci avevo fatto caso perché mi facevano un po’ schifo, ma una creaturina come il passerotto era la prima volta che mi capitava di vederlo a terra, senza il volo ed il cinguettio a cui ero abituata, lo portai alla nonna che sapeva guarire tanti malanni e le chiesi se poteva farlo volare…ma lei mi disse che non era possibile, la vita si era spenta ed il passerotto era ormai solo una cosa inerte…forse faceva parte di una nidiata tardiva, forse non aveva ancora imparato a volare, aveva sbagliato qualcosa ed ormai era morto. Al mio insistente PERCHE’ ?? lei aggiunse che tutti avevamo un tempo per vivere ed un tempo per lasciare libero lo spirito della vita, quelle erano le leggi del cielo e della terra, delle stelle che tanto mi piacevano e dei fiori… delle acque e di tutte le creature viventi. La guardai in quei suoi dolci occhi scuri e lessi ciò che non avrei voluto capire, l’abbracciai forte e poi le dissi… nonna non mi piacerebbe proprio essere Dio.
Gabriella ®
Commento: Mentre leggevo questa bellissima esperienza di vita sono ritornata indietro nel tempo. Quanti ricordi e quante emozioni! Ho percepito il profumo del grano e sentito le cicale cantare e poi....ricordi...solo ricordi...tantissimi ricordi.
Grazie Aspirina, grazie per avermi dato questa possibilità.
Un abbraccio.
Anna
Commento: E' bellissimo.
L'unica cosa di cui mi pento è di non avere figli ai quali cedere questi insegnamenti agrodolci della vita, con l'aiuto della tua guida.
Io però li ho ricevuti, ed anche se a volte sono scioccamente "distratto" dalle stupidaggini della vita, li porto sempre con me e nei momenti più importanti, condizionano le mie scelte e riportano il mio pensiero a te... che li hai scritti delicatamente nella mia mente e nel mio cuore.
Commento: Una nonna saggia...una bimba "entomologa" curiosa...ed ecco un ricordo che,nell'inconfondibile stile «aspiriniano»,va ben oltre l'orizzonte del semplice impatto emozionale!!
Grazie,Gabriella...
Lucia
Commento: Hai descritto in maniera visiva e nitida un tuo insieme di momenti che hanno lasciato il segno.Momenti in cui tanti di noi si possono ritrovare e confrontare.A volte tante piccole esperienze formano le persone, tanti piccoli segni che tracciano il nostro carattere e la nostra personalita.Ma...lo capiamo dopo.
Un abbraccio
Anna