Postato il: 13-05-2009 @ 11:39 pm -- letto 2908 volte
UN FIORE CHE CRESCE
Non sono mai stata un “pollice verde” anzi esattamente il contrario, per diversi anni mi era impossibile toccare i fiori, perché riuscivo, mio malgrado, a seccarli a vista, con mio grande dispiacere. Poi ho imparato a controllare, grazie all’Ayurveda, non so bene cosa, e sono almeno riuscita a prendermene cura, perché mi piacciono moltissimo.
A casa mia prima era mio marito a far crescere le piantine di un certo, riguardo, poi i miei figli che da bambini si cimentarono anche nell’orticultura da terrazzo, ma la persona insuperabile nell’arte della crescita era mia madre.
Adorava i fiori, e riusciva a far crescere di tutto, dalle patate ai pini marittimi, dai garofani turchi ai garofani nostrani di tutti i colori, dalle camelie alle rose. Qualunque piantina o fiore reciso avesse solo la parvenza di una gemma, lei la staccava con cura, la coccolava la metteva in un vasetto di piccole dimensioni e dopo qualche settimana, la piantina era già solidamente ancorata con le sue belle radici.
Da ragazza, lavoravo ad Ostia Lido e prendevo il treno tutti i giorni, intorno ai binari, tra la sabbia c’erano alcune piante che all’inizio dell’estate producevano dei bellissimi fiori di un rosso acceso, che avrei voluto portare a casa, così feci una corte spietata al Capo Stazione, che finalmente mi regalò un ramo, avvolto con cura, per l’occasione in un giornale e poi mi disse:
- Signorina bella, io je la regalo volentieri, ma a sentì er giardiniere questa nun pija manco si prega in cinese, nun se chiamerebbe “la lingua della socera” che si poi è come quella de la mia… je la raccomanno proprio! – aggiunse ridendo- Lo ringraziai e me ne tornai a casa.
Mia madre che non aveva mai visto quel tipo di pianta fu molto contenta, poi mi chiese di portarle, il giorno dopo, un sacchetto di sabbia preso sul bagnasciuga, cosa che feci, poi mi dimenticai della faccenda.
Dopo qualche mese il balcone grande, della sala da pranzo, era pieno di fiori rossi.
Sul mio terrazzo nordico, di cui non mi occupo più perché non mi sento propensa né disponibile alle fioriture, le mie succulente e, l’unica datura, pressoché pericolosa, si gestiscono da sole, dovendo la loro sopravvivenza a mia figlia che si ricorda di innaffiarle ogni tanto.
Mia madre ha concluso il suo viaggio terrestre quasi un anno fa ed io mi ritrovo spesso a pensare a lei, alle nostre chiacchierate più strampalate possibili, ad un viaggio fatto insieme a bordo della mia Fiat 500 da Roma a Taranto, quando ero fidanzata, alla sua irruenza, in bene e in male, alla sua capacità di tirarsi su le maniche quando si incontravano momenti più duri, al ricovero antiaereo, in tempo di guerra. I ricordi arrivano senza ordine, senza preavviso ed ogni tanto le ripropongo, mentalmente, i nostri accordi di tanti anni fa, cioè fare in modo di darci un messaggio alla conclusione della vita a chiunque di noi fosse toccato.
Commento: ...Come una bimba, con il dorso delle mani, mi asciugo calde lacrime che rigano il mio viso... Grazie,Gabry,per le emozioni che riesci sempre a smuovere dentro di me...Ti abbraccio forte...
Commento:Grazie Maty, e grazie anima. La mia narrativa è sempre vissuta e categoricamente vera, oppure se proviene da miei studi, ricerche e riflessioni, la presento come ipotesi di lavoro. Spesso i nomi sono diversi, ma le persone sono assolutamente reali. Vi ringrazio delle vostre impressioni.
Commento: mei gesti della tua mamma verso i fiori ho ritrovato quelli della mia. Per fortuna ho ereditato la sua passione e pollice verde.
Semino e pianto di tutto e come rispondono bene alle cure.
Devo dire che ogni anno il vento porta dei doni ai miei vasi, delle sorprese graditissime.
Quest'anno ho un grande vaso con una cascata di fiorellini bianchi e leggermente profumati che è una meraviglia, ti farò vedere la foto quando ci incontriamo in chat.raccio
Non ne vedo nei vasi intorno e chissà da dive soni giunti ma che bellezza. Un abbraccio e grazie per la lettura bella e serena.
Commento: Ricordi, sogni, sensazioni, emozioni, percezioni che si fondono, e a volte passano sul nostro viso e tra i nostri capelli, come aliti di vento...
Accade più spesso di quanto si pensi, e tante volte lo stress e la velocità ci impediscono di prenderli in considerazione...
Qualcuno da un po' di tempo mi ha riportato alla lentezza, e di essa apprezzo anche la possibilità che mi da, di prestare più attenzione alle carezze di questi venti lievi come carezze...