Ariafritta - INTERESSI : LETTURA...

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   INTERESSI : LETTURA...

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AutorePagina: 3 di 4
terrypux   Inserito: 28-07-2013 alle 22:11   



Da 600 a 650

Da: teu ca

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Ho appena finito di leggere -mille splendidi soli -e ho lo stomaco chiuso ,mi dico che sembra impossibile che esistano uomini capaci di certe crudeltà ,poi guardo il tg e sento di mariti che uccidono le loro ex solo perchè si sono permesse di lasciarli per cercare una vita migliore ,o peggio ,padri che uccidono i propri figli per far dispetto alla moglie ,e tutto questo nel nostro democratico,civile
paese .


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TERRY

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bettyboop   Inserito: 29-07-2013 alle 15:22   





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L'amore graffia il mondo di Ugo Riccarelli
Ho letto altri libri di Riccarelli, ma questo ha una particolarità: concorre come opera finalista al Premio Campiello 2013, senza il sostegno del suo autore che è mancato poche settimane fa. Non è la spinta emotiva, ma sull'edizione cartonata (non tollero quelle in brossura) c'è uno sconto di circa € 3 e, da quello che ho letto, credo proprio che mi piacerà!!
Signorina è il nome della protagonista di questo romanzo ambientato nella provincia italiana fra Belvedere e Castiglione, in una piccola stazione ferroviaria in cui suo padre è capostazione. Signorina è anche il nome di una mitica locomotiva di straordinaria eleganza, la 640, che Delmo guida, con professionalità, quasi ogni giorno. Quando la Maria, dopo due figli, Olmo e Severo, gli chiede che nome dare alla nascitura il vecchio ferroviere risponde: Signorina, ispirandosi ai suoi treni e al suo lavoro. Nella prima parte del romanzo la figura centrale della storia, oltre a Signorina, è proprio Delmo, un uomo burbero, vecchio stampo, che nega a Signorina, come all'altra figlia, un'istruzione superiore, nonostante le raccomandazioni della maestra, che non si fa scrupolo di mettere fuori casa l'Ada quando scopre che si è invaghita di un ragazzo fascista, da lui considerato un poco di buono. Signorina, al contrario della madre e della sorellastra, dimostra, da subito, un'intelligenza, una tenacia e una sensibilità fuori dal comune. Nella sua giovane vita ci sono due incontri che la cambieranno per sempre. Il primo, fortuito, le capiterà quando bambina, disubbidendo al padre, va a giocare nella stazione e s'imbatte in un passeggero, uno sconosciuto dagli occhi a mandorla, che le insegnerà a confezionare con la carta i vestiti per la sua bambola. Il secondo alcuni anni dopo, quando, adolescente, sarà accompagnata dalla Maria nella scuola per sarte della Signora Mei e scoprirà che creare eleganza, grazia, bellezza è il suo talento per realizzare magnifici vestiti che, fin da bambina, senza rendersene conto, già aveva imparato a fare con i cartamodelli che confezionava con quello che, per lei, era il gioco insegnatole dal piccolo passeggero giapponese. Avrebbe potuto essere la nascita di una grande stilista, ma c'erano il fascismo, la povertà, gli scontri in famiglia, le responsabilità, i divieti e poi la guerra. Grazie ad un linguaggio originale e una narrazione fluida, vediamo Signorina rinunciare, poco a poco, a parti di se stessa, a desideri e aspirazioni, soffocando anche la propria femminilità, con una generosità istintiva e assoluta. Quando infine anche lei, quasi all'improvviso, si scopre donna e conosce l'amore, il sogno dura comunque troppo poco, sopraffatto da nuovi doveri e nuove fatiche, e dalla prova più difficile: un figlio, Ivo, nato troppo presto e nato malato, costretto a "succhiare aria" intorno a sé come un ciclista in salita. Nonostante i binari della ferrovia siano ormai lontani e la giovinezza abbia lasciato il posto a una maturità venata di nostalgia, ancora una volta Signorina sfodera il suo coraggio e la sua determinazione nel volere una guarigione cercata e "graffiata" alla morte per far nascere suo figlio una seconda volta, forte e capace di respirare da solo. È il ritratto appassionante di una donna tenace, più forte delle proprie fragilità, quasi il simbolo di tante donne che ogni giorno, come guerriere silenziose, rinunciano a se stesse per abnegazione e per amore.


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Bettyboop

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bettyboop   Inserito: 25-09-2013 alle 01:00   





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Un bel sogno d'amore di Andrea Vitali

Come dice Fulvio Panzeri "La forza delle storie di Andrea Vitali nasce da un'innata capacità di ascolto delle vicende della gente comune che egli trasforma in prodigiosa azione romanzesca". In Un bel sogno d'amore, con un pizzico di nostalgia e con grande divertimento, assistiamo alla messa in scena di un paese scosso dalla modernità che s'insinua fra le contrade sotto forma di ammiccanti locandine cinematografiche, attraversato da una criminalità ancora romantica e pasticciona che gioca a guardie e ladri con i carabinieri della caserma locale inscenando sgangherate azioni fuorilegge, e animato dalla normalità di chi spera in un amore felice che possa coronare il sogno di una famiglia come si deve.
Siamo nel febbraio del 1973 e, a Bellano, gira voce che presso il cinema della Casa del Popolo verrà proiettato Ultimo tango a Parigi. Per i vicoli del paese spazzati dal gelo si scatena una guerra senza frontiere. A combattersi sono due fazioni ben distinte: da una parte gli impazienti che fantasticano sulle vertiginose scene di nudo che ci si aspetta di vedere sullo schermo; dall'altro, schierati con il parroco, coloro che pretendono di evitare a Bellano una simile depravazione, e snocciolano rosari come se fossero impegnati in una guerra preventiva contro il demonio. I tempi, però, sono cambiati, e nulla può fermare il «progresso» né, tanto meno, intralciare gli affari di Idolo Geppi, gestore del cinema, che ha provveduto per tempo a maggiorare i prezzi dei biglietti. Ma Idolo non è l'unico ad approfittare dell'occasione. Adelaide, giovane e volitiva operaia del cotonificio, mette con le spalle al muro Alfredo, il fidanzato eternamente indeciso su ogni cosa: o la porterà al cinema o lei ci andrà lo stesso, magari con quel bel fusto di Ernesto, che le ha già messo gli occhi addosso e che a lei non dispiace neanche un po', per quanto sia una testa matta e non ci voglia molto a capire che presto o tardi finirà per mettersi nei guai. Cosa che puntualmente accadrà di lì a qualche mese, quando Ernesto finirà implicato nel contrabbando di sigarette riuscendo a coinvolgere la stessa Adelaide.
384 pagine che si leggono, come sempre, con il sorriso sulle labbra e mettono di buonumore...non per nulla l'autore è un medico!!


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bettyboop   Inserito: 10-10-2013 alle 02:42   





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L'ultima valle di Carlo Sgorlon

È un libro del 1987 quello che, in questi giorni, ho avuto voglia di rileggere. Le pagine sono un po' ingiallite e "vissute" perché, cosa insolita per me che ne sono gelosissima, questo volume l'ho prestato più di una volta. Con la solita, straordinaria qualità narrativa, Sgorlon rievoca una tragedia mai dimenticata: il Vajont, torrente delle Prealpi carniche, che fu sbarrato con una grande diga di quasi trecento metri, considerata opera perfetta della moderna tecnologia. Il nome dei luoghi e le vicende della trama sono inventate: di vero ci sono la cultura montanara e la dinamica dell'incidente. La storia è ambientata a Cassiano, paese racchiuso tra le imponenti giogaie delle Alpi orientali, in cui la vita procede come al solito, immutata da tradizioni antiche di migliaia di anni, in cui i moti naturali continuano imperterriti a dettare la vita dell'essere umano, ed intaccata solo dalle poche novità tecnologiche che sono riuscite ad arrivare fin lì. In questo magico luogo, quasi inaccessibile al resto del mondo, arriva, un giorno, la gente di città: i tecnici di una società immobiliare che intende costruire un lago artificiale, una diga e una centrale elettrica. In una parola, è arrivato il progresso. Tra l'entusiasmo dei giovani e la diffidenza dei vecchi, la generazione "di mezzo" vive con curiosità mista ad ansia i nuovi avvenimenti. Con lo stile semplice che lo contraddistingue, Sgorlon racconta questa tragica storia riuscendo a trasportarci per le strade di Cassiano, facendoci dialogare con i personaggi e, soprattutto, respirare un'aria intrisa di timori per quella maledetta diga e la voglia di vivere la propria vita, continuando a mantenere vive tradizioni millenarie che l'avvento della modernità sembra voler cancellare ad ogni costo dalla faccia della terra. Mese dopo mese, infatti, la diga prende forma finché una notte, come a volersi vendicare dell'intervento umano, la Natura prenderà di nuovo il sopravvento ed una grossa frana, creatasi sul sovrastante monte Toc, precipita nel bacino idrico con tanta massa di terra e violenza che l'onda sollevata dal lago artificiale si abbatte a valle spazzando via in pochi minuti quattro paesi e determinando più di duemila morti. Il romanzo di Sgorlon fa rivivere un evento doloroso del passato, evidenziando le conseguenze di alcuni grandiosi progetti tecnici e scientifici dell'età contemporanea che arrecano vantaggi allo sviluppo dell'uomo, liberandolo dalla peggiore povertà e procurando migliori condizioni di vita, ma, nello stesso tempo, lancia un monito su ciò che hanno di negativo quando distruggono fondamentali valori morali e sociali e deturpano irreparabilmente la Natura.


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Bettyboop

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bettyboop   Inserito: 17-02-2014 alle 20:46   





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Cuore di Ciccia di Susanna Tamaro

Dopo aver visto un'intervista ai protagonisti della fiction tv "Braccialetti rossi" ed averne seguito una puntata, mi è tornato in mente questo libro che fa parte della narrativa per ragazzi, ma l'ironia, la fantasia e la profondità con cui è affrontata la tematica dei disturbi alimentari, lo rende utile anche agli adulti per capire come, a volte, è diverso il modo di vedere le stesse cose. Michele è un bambino grasso, o almeno così pensa la mamma, una donna molto bella, magra e in perfetta forma, che non accetta il corpo di suo figlio e non riesce a capire per quale motivo sia così cicciottello. Vuole farlo dimagrire a tutti i costi e la vita di Michele è costellata di punizioni e diete finché Frig De' Frigor, il frigorifero di casa e suo unico e migliore amico, lo investe del titolo di cavaliere con il nome di Cuore di Ciccia, marchese des Budins et des Ciambellons. Frig gli racconta delle bellissime storie e la sua solitudine sembra meno brutta quando lo apre. Siccome neanche la ginnastica produce effetti, la mamma decide di rinchiudere Michele all'Istituto Acciughini, un luogo dove i bambini dovrebbero diventare magri come grissini, e lì, l'nvestitura di Frig gli tornerà utile quando, dopo esser fuggito per raggiungere la casa della nonna, si perde nel bosco. Viene salvato da un Furetto parlante e dal suo padrone, Mister Kakkolen, un inventore sfortunato che gli offrirà la possibilità di diventare un eroe compiendo un'impresa eccezionale che farà capire alla mamma che la sua obesità era solo uno scudo protettivo contro la solitudine.


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bettyboop   Inserito: 03-03-2014 alle 01:16   





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La stanza dell'Orso e dell'Ape di Michela Franco Celani e Patrizia Miotto

Sempre sulla scia di "Braccialetti rossi", ho ripreso in mano questo libro, edito nel 2006, un romanzo, anche se di poche pagine, sicuramente non leggero, che racconta una delle più devastanti esperienze che possa fare una madre. La vicenda, rivissuta e narrata in prima persona dall'autrice, è reale: la vera protagonista è Patrizia Miotto, che figura quale coautrice del testo. Non c'è niente di patetico a buon mercato. L'autrice incontra Patrizia per caso ed inizia, con carica umana e grande sensibilità, a scrivere la sua storia servendosi degli appunti confusi e delle parole che escono come un fiume dalla bocca di questa madre che ha lottato con tutte le sue forze per sopravvivere. È il diario di una giovane madre che vive la malattia della sua bambina, con la consapevolezza che non potrà mai guarire e che un giorno toccherà a lei entrare nella stanza "dell'orso e dell'ape" (pietosa fantasia dell'ospedale oncologico pediatrico) da cui si esce solo in una piccola bara. Eppure, l'amore materno deve trovare la forza di trasformare in favola ciò che una bimba di neanche tre anni non può capire, l'atrocità di un male devastante, che diventa la ranocchia imprudente entrata nel suo corpicino e che un giorno i medici estrarranno, perché lei possa ancora correre e giocare come tutti i bambini. Il dramma è reso più tragico dalla solitudine di questa giovane mamma, che non ha un compagno ed è priva di qualunque sostegno che non sia affidato alla solidarietà della gente, non sempre prodiga di aiuto e, soprattutto, di comprensione. Patrizia racconta la sua vita, il suo dolore, ma anche il dolore delle altre madri incontrate in ospedale, dei medici incapaci e di quelli che non vanno a dormire se non hanno ricontrollato tutti i pazienti. Non è certo una lettura per estraniarsi dal mondo e dai propri problemi, ma è una storia che può e deve far riflettere su come la vita possa cambiare da un giorno all'altro, di come, a volte, siamo impotenti di fronte a ciò che ci succede. Viene affrontato anche il tema della terapia Di Bella, in quegli anni molto attuale e l'ultima domanda di Amy, la bimba, alla mamma è: «Mamma... Non è che gli angeli mi faranno cadere quando mi vengono a prendere?» «No, non ti preoccupare. Gli angeli non hanno mai fatto cadere nessuno»


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Bettyboop
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bettyboop   Inserito: 26-10-2014 alle 01:37   





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La città della Gioia di Dominique Lapierre

In questo periodo non proprio facile che stiamo vivendo, in cui, a volte, sembra impossibile accettare la realtà che si vive, si ascolta, si legge, sono andata a ricercare un libro che avevo letto appena edito, nel 1985, trovando nelle 488 pagine, la completezza di un romanzo, nel senso più pieno del termine, con tutto l'impatto della realtà vera e vissuta, descritta con uno stile così accessibile, che neanche le situazioni più crude creano disagio, anzi, avviano alla riflessione.
Anand Nagar, il quartiere (slum) più povero di Calcutta, ospita 70.000 persone stipate in uno spazio non più grande di tre campi di calcio. Qui, uomini, donne, bambini, sono condannati a sopravvivere con poche rupie al giorno, a superare le maledizioni di un destino implacabile senza nessun'altra arma che non sia la speranza. Messaggeri della speranza sono i quattro protagonisti del racconto: padre Paul Lambert, un prete francese; Bandona, una dolce infermiera conosciuta come "L'angelo della Misericordia"; il medico americano Max Loeb; e infine Hasari Pal, poverissimo uomo-risció, simbolo di tutta un'umanità sofferente. Attorno a loro si sviluppa una vicenda intrisa di amore e dolore, di povertà e di generosità, di indicibili abbruttimenti e di straordinarie bellezze. Brulicante di volti, di storie piccole e grandi, di personaggi qualunque e di importanti protagonisti dell'umana solidarietà (tra questi madre Teresa di Calcutta, con la quale l'autore ha collaborato attivamente per la salvezza dei lebbrosi) è un libro veramente straordinario. C'è un'infinita testimonianza d'amore, ma anche l'opportunità di conoscere riti, costumi e la variegata realtà sociale dell'India moderna.


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Bettyboop
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terrypux   Inserito: 05-11-2014 alle 10:05   



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Tempo fa avevo letto il libro di Eraldo Baldini MAL'ARIA ,che racconta del risanamento delle paludi nel delta del PO ,è l'era fascista dove la prepotenza fa più paura della miseria e della malaria che in quei posti uccide senza scampo ,una storia che racconta la vita amara di quella popolazione .Da poco ho seguito in tv il film tratto dal libro ,l'ho seguito con molto interesse fino alla fine che però mi ha delusa ,perchè è stato cambiato il finale .


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TERRY
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bettyboop   Inserito: 28-12-2014 alle 20:29   





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Braccialetti rossi di Albert Espinosa

Questa sera tornerà, in televisione, "Braccialetti rossi", la fiction che ha avuto gran successo di pubblico e coinvolto emotivamente tanti spettatori. Il tema, certo, è molto attuale, ed è stato rispettato il modo limpido, autentico, un po' fuori dagli schemi, potremmo dire, usato da Albert Espinosa, l'autore del libro dal titolo omonimo, da cui è stata tratta. "Se credi nei sogni, i sogni si creeranno", è più o meno il messaggio che Espinosa lancia nelle 176 pagine, nei ventitré capitoli, che chiama scoperte, in cui cerca di illustrare come unire la realtà quotidiana ai sogni più segreti, come trasformare ogni istante di vita, anche il più cupo, in un momento di gioia. Ed il suo non è un parlare tanto per dire qualcosa, ma frutto di esperienza diretta. Malato, infatti, di un tumore che, in dieci anni, gli ha divorato una gamba, un polmone ed un pezzo di fegato, è riuscito a guarire, trasformando il male in una grande opportunità di conferma della gran voglia di vivere. Il suo racconto è più di un diario, di una testimonianza, è una raccolta di tutto ciò che la sua condizione gli ha insegnato. Ma non c'è niente di astratto o pietoso in queste pagine, solo la volontà di mettere in pratica tutta la bellezza di quelle lezioni, come, ad esempio, capire all'improvviso che perdere una parte di sé non è una sottrazione di vita, ma l'occasione per guadagnarne di più. Parla di un mondo alla portata di tutti, che ha il colore del sole: il mondo giallo. Un posto caldo, dove i baci possono durare dieci minuti, dove gli sconosciuti possono diventare i tuoi più grandi alleati, dove l'affetto è un gesto quotidiano come quello di comprare il pane, dove la paura perde significato, dove la morte non è una cosa che succede agli altri, dove la vita è il bene più prezioso. Un'abilità particolare, la sua, nel generare attorno a sé simpatia immediata, nel volgere in positivo l'umore delle persone e riconciliarle con il mondo e con se stesse.


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Bettyboop
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bettyboop   Inserito: 05-06-2015 alle 03:43   





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La Giuria dei Letterati, presieduta da Ilvo Diamanti, ha scelto la cinquina finalista della 53ª edizione del Premio Campiello 2015: con 7 voti La mappa (Il Saggiatore) di Vittorio Giacopini, con 6 voti L'ultimo arrivato (Sellerio) di Marco Balzano, con 6 voti Cade la terra (Giunti) di Carmen Pellegrino, con 6 voti Il tempo migliore della nostra vita (Bompiani) di Antonio Scurati. Al quinto turno è stato votato, con 6 preferenze, Senti le rane (Nottetempo) di Paolo Colagrande. La selezione è avvenuta su un ventaglio di 79 libri segnalati dalla Giuria dei Letterati, tra i circa 250 pervenuti alla segreteria del Premio.
Il riconoscimento Premio Campiello Opera Prima è stato assegnato a La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin (Feltrinelli) di Enrico Ianniello.
Spetterà, ora, alla Giuria dei Trecento Lettori, anonimi e selezionati su scala nazionale, scegliere il vincitore, che verrà proclamato sabato 12 settembre al Teatro La Fenice di Venezia.




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FDM75   Inserito: 12-06-2015 alle 15:05   



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Per gli amanti della musica grunge sto leggendo la biografia dei Pearl Jam
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terrypux   Inserito: 20-06-2015 alle 09:04   



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Da: teu ca

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Questo libro è stato scritto per una piccola parte della Sardegna ,il Sulcis,la parte più povera e tranquilla dell'isola ,che a differenza del nord Sardegna in qui brigantaggio e banditismo era il calice amaro quotidiano per quella popolazione,il Sulcis era una zona quasi tranquilla , ma cento anni fa DOMINI (Domenico)scosse la monotonia di quei piccoli paesi contrapponendo le popolazioni tra PRO DOMINI E CONTRO DOMINI,una storia che si è sempre raccontata sotto banco,nelle sere d'inverno davanti al caminetto o in estate al fresco di qualche albero,ma apertamente non si parlava di lui e delle sue avventure .La famiglia cercò in tutti i modi di cancellare il ricordo e il disonore ,in tanti hanno cercato di raccontare questa storia in un libro o in un film ,ma la famiglia non ha mai dato il permesso ,DOMINI è sparito,solo nei racconti degli anziani potevi trovare le sue scorribande,ora dopo cento anni un pro nipote ,dopo aver raccolto i ricordi e i racconti dei vecchi ha deciso di scrivere la sua storia .Per chi come me ha sentito raccontare dai nonni queste storie è un bel leggere.

TERRY


[ Modificato il 20-06-2015 09:55 ]

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bettyboop   Inserito: 03-07-2015 alle 06:00   





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Il Premio Strega 2015 è stato vinto da Nicola Lagioia con 145 voti per il suo romanzo "La ferocia" (Einaudi). Dopo di lui, Mauro Covacich con "La sposa" (Bompiani), 89 voti, e , Elena Ferrante con "Storia della bambina perduta (E/o)




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bettyboop   Inserito: 14-09-2015 alle 09:04   





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Come anticipato a giugno, il 12 settembre, al Teatro La Fenice di Venezia, si è svolta la cerimonia di premiazione dei finalisti della 53ª edizione del Premio Campiello 2015. Ha vinto Marco Balzano con il romanzo L'ultimo arrivato edito da Sellerio, con 117 voti. Al secondo posto, Antonio Scurati con Il tempo migliore della nostra vita(75 voti), seguito da Carmen Pellegrino con Cade la terra (35 voti), Paolo Colagrande con Senti le rane (34 voti) e Vittorio Giacopini con La mappa (21 voti).
Il Premio Campiello Opera Prima è stato vinto da Enrico Ianniello con La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin, il Campiello Giovani da Eva Mascolino con Je suis Charlie mentre Neve di fuoco, della svizzera Eva Galante, è stato riconosciuto come miglior racconto estero. Il Premio Fondazione Il Campiello è stato assegnato a Sebastiano Vassalli "per la sua opera narrativa di grande spessore etico e storico" ed è stato ritirato da Paola, la sua vedova




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bettyboop   Inserito: 22-09-2015 alle 11:34   





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Sabato, 26 settembre, a Matera, nel corso del Festival Internazionale di Narrativa femminile "Women's Fiction Festival", verrà assegnato il Premio Baccante a Giuseppina Torregrossa, conosciuta, soprattutto, per "Manna e miele, ferro e fuoco", ma autrice di altri romanzi in cui racconta le donne in modo tale da farla definire la Allende siciliana (è di Palermo). "Essere considerata l'Allende siciliana mi fa piacere -lei dice- ma non sopporto che mi si dica che i miei libri appartengono al genere della letteratura femminile. Che vuol dire? I miei libri sono per tutti, nonostante in essi si parli di sentimenti". Proprio in questa occasione, a Casa Cava, verrà presentato, in anteprima nazionale, il suo ultimo romanzo "Il figlio maschio" (Rizzoli), in cui l'amore per le donne si unisce a un altro suo grande amore, quello per i libri, sfociando in una potente saga familiare che abbraccia un secolo di donne, di libri e di profumi della Sicilia.


Giuseppina Torregrossa in una foto di Franco Marocco



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bettyboop   Inserito: 02-02-2016 alle 11:15   





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Sabato 30 gennaio 2016, come anticipato, presso le Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto, la Giuria, presieduta da V.S. Naipaul, ha assegnato i Premi Nonino Quarantunesimo Anno, con le seguenti motivazioni:

Premio Nonino Risit d'Aur - Barbatella d'Oro 2016 a SIMONIT&SIRCH PREPARATORI D'UVA
Il loro operare è magistrale ed è un grande esempio per le nuove generazioni: riscoprire l'antica tradizione della potatura manuale della vite, rispettando gli equilibri naturali, ricercando la qualità assoluta, sfidando il futuro senza dimenticare la parte migliore del passato. In questo modo hanno preservato e innovato la potatura della vite, un'eccellenza che si era perduta. Un'intuizione straordinaria che li ha portati ad essere i referenti dei più prestigiosi vignaioli del mondo.
Ha consegnato il premio Ulderico Bernard

Premio Internazionale Nonino 2016 a LARS GUSTAFSSON
Il suo narrare (anche in versi) è unico, sempre ironico con se stesso, immerso fra la fantasia e l'erudizione che diventano improvvisamente un gioco profondo nel tempo che scandisce il nostro trascorrere. Una scrittura che trova il vero nella natura, dove vita e morte si affratellano e i colori diventano uno come le sensazioni, perdendosi nell'assoluto.
Ha consegnato il premio Claudio Magris

Premio Nonino 2016 al Progetto NATI PER LEGGERE
Arricchire la mente di un bambino raccontando storie è una tradizione che si sta perdendo nel mondo moderno con la sua comunicazione elettronica istantanea. Dobbiamo far proseguire quella tradizione e caratterizzare la vita dei giovani con la sapiente narrativa del passato.
Ha consegnato il premio Antonio R. Damasio

Premio Nonino 2016 a "un Maestro del nostro tempo" ad ALAIN TOURAINE
Nel suo pensare ha coniato uno dei termini più usati ed abusati dei nostri tempi: "società post-industriale". La sua analisi sociologica, lucida e attenta, spazia dalla politica all'etica individuale sino all'azione sociale, mantenendo sempre il suo cardine sui dinamismi sociali e sulla loro coesione. L'individuo, privato di un antico mondo sacro, diviene soggetto umano che, capace di trasformarsi, nel suo agire diventa creatore e arbitro del suo destino.
Ha consegnato il premio Edgar Morin

La cerimonia si è conclusa brindando con una Grappa Nonino Riserva AnticaCuvée®5 Years in barriques


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bettyboop   Inserito: 17-03-2016 alle 02:36   





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Dizionario alternativo di Boris Makaresko

Nella Libreria di Ariafritta c'è questo libro di un Amico che, ieri, è andato altrove, la cui lettura dà un sano senso di umorismo che fa pensare a Lui con un sorriso. Cos'è? Sono definizioni diverse da quelle dei dizionari ufficiali della lingua italiana. Un lavoro che Makaresko aveva portato avanti da più di trent'anni (è del 1970 la prima pubblicazione di alcuni suoi studi sulla lingua italiana) e che vanta decine di imitatori, nonché di scopiazzatori. La maggior parte di queste "voci" sono apparse sul mensile L'ALTRA ENIGMISTICA dal 1992 a tutt'oggi. Qualche esempio?

ABBACCHIATO: arrosto d'agnello troppo cotto.
ABBACINARE: 1) meravigliare baciando 2) coprirsi le labbra con un rossetto sgargiante per dare baci che abbagliano 3) fornire illusioni d'amore mediante piccoli baci. In quel modo, spesso, l'abbacinato è reso cieco dall'amore, anche perché l'amore è cieco.
ABBONDANZA: 1) antico ballo popolare che celebrava la grande quantità dei raccolti e delle mandrie 2) ballo di Don Abbondio nei "Promessi sposi".
ALABARDA: tipo di lancia usata dai negri dell'Alabama per cacciare. Era l'unica arma loro consentita durante lo schiavismo.
ALABASTRO: tipo di pietra molto comune nell'Alabama e che si credeva di origine meteoritica
ALAMARI: liquori digestivi che si tengono nel bottone fatto ad ala dell'allacciatura elegante di una giacca militare.
BANCHISA: 1) istituto bancario delle zone situate nel circolo polare artico 2) mobile scolastico in ghisa usato dagli esquimesi.
BANCO AMBROSIANO: luogo mitico dove gli dei dell'Olimpo depositavano il loro patrimonio in Ambrosia. Per un certo periodo venne spacciata una certa droga: il famoso crack del Banco Ambrosiano.
BANDOLERO: incaricato di trovare il bandolo della matassa...

E così avanti, in ordine alfabetico...se volete trascorrere qualche minuto spassoso e conoscere altri suoi libri, cliccate qui


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Il Comitato direttivo del Premio Strega, presieduto da Tullio De Mauro e composto da Valeria Della Valle, Giuseppe D'Avino, Simonetta Fiori, Alberto Foschini, Paolo Giordano, Enzo Golino, Giuseppe Gori, Melania Mazzucco, Luca Serianni e Maurizio Stirpe, ha selezionato i 12 libri che si disputeranno la 70ª edizione, tra i 27 presentati lo scorso 1° aprile dagli Amici della domenica:

01) L'uomo del futuro (Mondadori) di Eraldo Affinati, presentato da Giorgio Ficara e Igiaba Scego
02) La scuola cattolica (Rizzoli) di Edoardo Albinati, presentato da Raffaele La Capria e Sandro Veronesi
03) Dove troverete un altro padre come il mio (Ponte alle Grazie) di Rossana Campo, presentato da Valeria Parrella e Antonio Riccardi
04) Dalle rovine (Tunué) di Luciano Funetta, presentato da Lorenzo Pavolini e Luca Ricci
05) Le streghe di Lenzavacche (e/o) di Simona Lo Iacono, presentato da Paolo Di Stefano e Romana Petri
06) La reliquia di Costantinopoli (Neri Pozza) di Paolo Malaguti, presentato da Marcello Fois e Alberto Galla
07) Il cinghiale che uccise Liberty Valance (minimum fax) di Giordano Meacci, presentato da Giuseppe Antonelli e Diego De Silva
08) L'addio (Giunti) di Antonio Moresco, presentato da Daria Bignardi e Tiziano Scarpa
09) Conforme alla gloria (Voland) di Demetrio Paolin, presentato da Maria Rosa Cutrufelli e Elisabetta Mondello
10) La figlia sbagliata (Frassinelli) di Raffaella Romagnolo, presentato da Fabio Geda e Giuseppe Patota
11) Se avessero (Garzanti) di Vittorio Sermonti, presentato da Franco Marcoaldi e Serena Vitale
12) La femmina nuda (La nave di Teseo) di Elena Stancanelli, presentato da Francesco Piccolo e Silvia Ronchey

Le presentazioni ufficiali dei 12 candidati si terranno sabato 30 aprile a Sanremo e il 5 maggio a Benevento. La votazione e la proclamazione del vincitore avverranno venerdì 8 luglio presso l'Auditorium Parco della Musica di Roma




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Il 9 giugno 2016, alle ore 18.00, nel Villaggio della Vela Teatro dell'Opera di Sanremo, si svolgerà la finale della edizione del Premio Nazionale di Letteratura "Casinò di Sanremo – Antonio Semeria". I tre finalisti della sezione "Narrativa" per il tema "La magia di un soffio di Mare", sono stati decretati dalla Giuria tecnica del Premio e questa è la terna finalista:

"La Citalena dei vinti" di Rocco Lentini ( Reggio Calabria)
"Favola Meridiana" di Giorgio Mancinelli (Roma)
"Il Mare sopra il cielo" di Ferdinando Scavran (Lecce)

L'opera Cycnus di G.B. Conrieri, scrittore sanremese, è stata ritenuta meritevole di una menzione speciale della Giuria.

La Giuria popolare, a questo punto, decreterà la graduatoria dei vincitori che verranno premiati il 10 giugno, alle ore 17.30, sul Veliero A. Vespucci durante la sosta a Genova dal 10 al 13 giugno. La cerimonia sul Veliero Vespucci sarà impreziosita dal reading, dedicato al mare, dello scrittore Carmine Abate accompagnato alla chitarra classica dal maestro Diego Campagna, direttore artistico del Festival Internazionale di Chitarra Classica.




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Mercoledì 15 giugno, a Roma, presso Casa Bellonci, si è svolta la prima votazione che ha designato, tra i 12 finalisti, i 5 che accederanno alla seconda votazione e premiazione della 70ª edizione del Premio Strega 2016. È stato il presidente di seggio Nicola Lagioia, vincitore del Premio Strega 2015, a comunicare la cinquina degli autori e dei libri finalisti:

01)La scuola cattolica (Rizzoli) di Edoardo Albinati con voti 202
02)L'uomo del futuro (Mondadori) di Eraldo Affinati con voti 160
03)Se avessero (Garzanti) di Vittorio Sermonti con voti 156
04)Il cinghiale che uccise Liberty Valance (minimum fax) di Giordano Meacci con voti 138
05)La femmina nuda (La nave di Teseo) di Elena Stancanelli con voti 102

Prima della seconda votazione e la proclamazione del vincitore che avverranno venerdì 8 luglio all'Auditorium Parco della Musica di Roma, i finalisti del Premio Strega 2016 presenteranno il 18 giugno i loro libri a Salerno, mentre il 19 giugno saranno ospiti a Ravello, il 22 giugno a Montecarlo, il 23 giugno saranno a Cervo per la edizione di Cervo ti Strega e il 29 giugno a San Benedetto del Tronto.




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