Postato il: 15-09-2008 @ 08:11 pm -- letto 2189 volte
22 Giugno. Alle sei del mattino, il laghetto alpino è ancora in ombra, ma il sole, sbucando attraverso una forcella tra le montagne vicine, già ne sfiora la riva e illumina le colline circostanti. L'acqua, nella calma di un giorno senza vento, rispecchia come uno specchio i rododendri in piena fioritura. L'inverno è stato generoso di neve e le piante hanno potuto riposare senza soffrire delle basse temperature e delle gelate primaverili. Anche i mirtilli promettono bene, ormai zeppi di minuscoli fiorellini a forma di campanella.
Sono arrivato qui di buon'ora, in questa giornata che si annuncia soleggiata e tiepida, per assistere alla metamorfosi delle libellule. Alcune di loro stanno ronzando nell'aria e qualcuna, dai colori spenti, sta già galleggiando senza vita sull'acqua a causa di qualche errato decollo o per un volo spericolato troppo vicino alla superficie, nulla per la veritàin conftonto a quando, durante gli accoppiamenti, della scorsa estate, se ne contavano a decine, spesso ancora unite insieme.
Il sole ha raggiunto e illuminato una parte del lago e sul fondo fangososi muovono pigramente alcune larve; una di loro si avvicina ad un ciuffo di piante acquatiche, si aggrappa a uno stelo vicino alla riva e inizia a risalirlo fino ad uscire dall'acqua una decina di centimetri e lì rimane immobile, saldamente avvinghiata alla pianta. Nell'attesa che qualcosa accada, faccio pochi passi attorno e vedo che altre larve si stanno avvicinando a dei ciuffi d'erba e che molte piante lacustri portano sospesi involucri vuoti. Poco sotto la superficie dell'acqua, due tritoni, con i corpi disposti ad angolo retto ed i cpi che si sfiorano, galleggiano immobili a gambe allargate, riscaldandosi pigramente al sole. Più oltre, in una piccola ansa protetta, centinaia di girini stanno scodinzolando in modo frenetico.
Ritorno sul posto proprio mentre un evidente rigonfiamento sul dorso della larva tende a fessurarsi, lasciando intravedere una specie di sfera verdastra e quasi trasparente che spinge per uscire. Passa una decina di minuti prima che la testa, su cui si distinguono, più scure, le placche degli occhi, sia completamente fuori. Mentre sono intento ad osservare questi sforzidell'insetto per uscire dal vecchio corpo, vengo distratto da alcuni fischi in rapida successione. Una marmotta, che a conferma della sua fama di dormigliona è appena uscita da una tana sul fianco della collina vicina, sta in piedi sulle zampe posteriori e avverte della mia presenza gli altri componenti della colonia; giudicandomi probabilmente inoffensivo, dopo un po' si rilassa e, mettendo il muso a terra, inizia la ricerca di erbette, subito imitata da altri due individui. Nel frattempo la libellula ha continuato a prendere forma e ora è completamente uscito il torace, che porta delle minuscole ali accartocciate, e buona parte dell'addome; la creatura esce all'indietroe si ritrova a testa in giù. Ha impiegato oltre un'ora per uscire completamente dall'involucro, a cui ora rimane aggrappata, e il suo aspetto è quasi di un corpo etereo, di colore beige, che si lascia attraversare dalla luce.
Sugli steli vicini, anche per altre larve è iniziata la metamorfosi, e una si sta solo ora avvicinando alla riva, ma deve affrettarsi per approfittare del sole che la asciuga, e, come per magia, trasforma le misere ali, tenere e accartocciate, in solidi, tesi e trsparenti strumenti di volo. Passa almeno un'altra ora prima che le ali siano capaci di portare la libellula a compiere il suo primo e corto tragitto di volo, lungo slo pochi metri, che la pone su un sasso o su un fiore di rododendro, E' molto di più ancora perchè il suo addome assuma le fantastiche macchie color turchese che la caratterizzano.
( da Acqua di Diego Moratelli).